Le cause che provocano la sindrome di Down non sono state tutt’oggi individuate con certezza, ciò che è chiaro e che tale sindrome non è dovuta a fattori ereditari. Infatti nel 98% dei casi non è presente alcun tipo di familiarità.
Dagli studi scientifici è emerso tuttavia che chi ha già avuto un figlio con sindrome di Down può aumentare il rischio che anche il secondo possa avere le stesse caratteristiche anche se non c’è niente di certo.
Ciò che sembra mettere tutti d’accordo invece è l’influenza che può avere l’età della madre al momento del concepimento e della nascita del bambino.
Naturalmente si parla soltanto di dati statistici e pertanto non c’è nessuna certezza sul futuro di un bambino concepito a qualsiasi età.
Ma cosa comporta in realtà la sindrome di Down?
Per la famiglia non è facile seguire un bambino con sindrome di Down, anche se molti passi sono stati già fatti nell’assistenza alle famiglie.
Ma oltre le caratteristiche fisiche come gli occhi a mandorla, la lingua ingrossata, l’ipotonia muscolare e un frequente sovrappeso, quello che si nota maggiormente è il ritardo mentale.
In pratica i bambini che hanno la sindrome, vivono tutte le fasi dello sviluppo, ma impiegano un po’ più di tempo rispetto ai bambini normali. Ma in molti casi saranno capaci di scrivere, di leggere, di fare sport, e in alcuni casi lavorare.
Tuttavia oggi è possibile sapere con largo anticipo se l’embrione è affetto da tale sindrome. Basta eseguire l’amniocentesi per controllarne la composizione genetica. Si esegue tra la 16a e la 18a settimana di gestazione.